Il Mondo in Sintesi di Cosimo Accoto
L’età d’oro della simulazione?
O “l’era dell’ingegneria” (come ci ricorda Carl Mitcham)?
Facciamo un passo indietro.
È passato quasi un anno da quando volevo scrivere giusto due parole su questa edizione di Cosimo Accoto. Mi perdoni sicuramente l’autore ma ripassarmi l’edizione oggi e raccontarla alla luce di quest’anno passato è stata un’interessantissima esperienza. Cosimo non lo potrà negare…
La citazione di Baudrillard già dall’introduzione dimostra che poco è scontato nell’edizione. Il percorso che delinea l’autore nel raccontare come realmente sta cambiando la realtà è ricchissimo nei significati così come negli esempi.
Dagli “appunti preparatori”, passando per digital twin, bit, qubit, biodesign a terminare nella “computazione che si immonda e si fa nuovo mondo” e nella conclusione di Alex Pentland a proposito delle “società computazionali”.
E oggi?
L’educazione digitale non basterà.
L’autore ci ricorda che abbiamo bisogno di fare innovazione culturale come fece per esempio dell’umanista Lorenzo Valla che inventò la filologia nel 1440 per distinguere un documento scritto vero da uno falso durante l’era (anch’essa inflazionaria) della stampa.
Alle soglie dell’emergere della PEO, della “prompt engineering optimization” e della fortissima conversazione intorno all’impatto dell’IA, "Il mondo in sintesi” diventa la moderna mappa con cui orientarsi per fronteggiare i prossimi scenari creati da macchine mediali infattivo-simulative. Il finale del trittico che approfondisce e illumina concetti e implicazioni delle moderne esperienze più che digitali, virtuali o aumentate. Ontologicamente nuove.
Un umanesimo impaurito, arrabbiato e reazionario non ci aiuterà molto.
Si tratta solo di cavalcare la tigre.