Digital transformation 2023

Per quanto si parli di costruire un digital mindset, riuscire ad applicarlo non è così immediato e semplice come si potrebbe pensare.

Il punto è che solitamente il tutto viene considerato partendo dalla solidità del caso aziendale.

In una prima fase di transizione si applicano molto limitatamente strumenti per comprendere come questi modificano i processi e per valutarne la relativa ed effettiva efficacia. Questo è senza dubbio uno dei momenti chiave che mette alla prova la mentalità digitale, riflettendo nella maggior parte dei casi una visione semplicistica e duale:

  • Conservativa e reazionaria - Chi mantiene una visione scettica o conservativa sarà restio a valutare altre soluzioni rispetto a quella/e su cui hanno investito o acquistato, bloccando quindi tutta la prima fase conoscitiva, di testing fondamentale per appunto comprendere quali innovazioni apportare nella propria organizzazione

  • Progressista e superficiale - Chi affronta il progetto tecnologico con entusiasmo superficiale e tecnicismo, limitandosi a vedere gli strumenti come un riflesso o simulazione delle capacità umane. Questo punto di vista è critico per la sua tendenza a proiettare le proprie caratteristiche umane e sociali sulla tecnologia (vedi ad es. l’IA) 

In entrambe i casi parliamo di una visione ingenua, pregiudizievole e limitata.

Nella società dell’informazione semplicemente non abbiamo tempo per l’agire razionale a lungo termine. Messi sotto pressione, ripieghiamo sull’intelligenza. L’azione intelligente però si orienta alle soluzioni e ai risultati rapidi. Quasi mai efficaci sul lungo termine.

Cercare e testare altre opzioni e soluzioni implica ulteriori INVESTIMENTI di tempo e denaro che non tutti sono disposti a “perdere”.

Ma qui sta la differenza.

Chi ha fiducia ma soprattutto conosce i benefici della trasformazione digitale non si fermerà a provare una sola soluzione, ma partirà dai primi fallimentari test per approfondire pro e contro.

Oggi è molto più difficile quantificare il valore delle tecnologie emergenti che non sono ancora ampiamente utilizzate. I metodi basati sul budget sono spesso prevenuti contro le tecnologie innovative, in parte perché non considerano il valore dei guadagni derivanti dall'apprendimento e degli effetti di spillover​​.

Il digitale non è altro che mezzo

Il problema è che abbiamo scoperto - come già evidenziò Jeanne Ross anni fa - che tanti imprenditori vedono il digitale come una forma più avanzata di digitalizzazione, invece di sfruttare le opportunità per ricostruire un’attività e possibilmente un’industria.

Le lezioni che stiamo imparando dai brand di maggior successo?

  1. Creare una struttura di governance per l'esplorazione delle tecnologie emergenti e non delegare la responsabilità su strutture IT, il digitale è una trasformazione aziendale

  2. Iniziare con il caso d'uso, ma aumentare la visibilità sull’intero caso aziendale

  3. Selezionare i partner in modo strategico per avere un aiuto professionale

  4. Essere pazienti e tenaci

  5. Prepararsi a co-creare con i propri clienti

  6. Iterare il caso d'uso fino a quando non si evolve nell’intera organizzazione

  7. Adottare un approccio graduale alla scalabilità

Lo riporta il filosofo tedesco Byung-chul Han: ogni trasformazione mediale decisiva dà vita a un nuovo regime. Medium è dominio (…) I media digitali realizzano il dominio dell’informazione. Ai fini dell’ottenimento del potere è ora decisivo il possesso delle informazioni. Se Carl Schmitt fosse ancora vivo, riscriverebbe nuovamente il suo principio di sovranità: sovrano è colui che dispone delle informazioni in rete.

La questione non è tecnica.

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Il Mondo in Sintesi di Cosimo Accoto