Il branding agile e la formula della fiducia di Flavia Rubino
Si galleggia a vista, tra gli USA in pieno rilancio economico e di potenza e l'attacco continuo all'economia Europea. Le conseguenze le vediamo ogni giorno nelle nostre imprese attraverso un quadro frastagliato e apparentemente instabile.
È chiaro a tutti i manager: nessuno è in grado di possedere tutte le competenze tecniche per risolvere un problema complesso, quindi è necessario avere la capacità cognitiva di unire i punti, e la capacità personale di collaborare. E l'attuale bisogno di avere una solida cultura di marketing orientato alla crescita, dalle aziende più grandi e strutturate a quelle più piccole, è una necessità per il nostro paese e continente, a dir poco strategica.
Strumenti come quelli che trovate nella preziosa edizione di Flavia Rubino: "Il branding agile e la formula della fiducia", servono a far comprendere ai moderni responsabili che per tornare alla vera sostanza della fiducia significa "togliere il superfluo, il dispersivo, l'ansia di apparire in tutti i rivoli delle comunicazioni digitali" e abbracciare un approccio snello e sperimentale.
300 pagine da conservare con grande cura.
Un'edizione che dovrebbe far impallidire ogni manager per la superficialità che spesso viene impiegata a fronte di certi argomenti strategici. Ancor di più oggi. Flavia Rubino però non lascia nulla al caso e fa ordine grazie alla grande esperienza sul campo. Il design thinking diventa la pallottola d'argento che il professionista deve saper adoperare con grande cura mentre crea il suo Minimum Viable Brand.
Con grande piacere scopro un manuale che letteralmente ridà un senso concreto alle attività di branding oggi, tra iper-digitale e bisogno di chiarezza, un percorso che ci porta alla garanzia di una promessa di un brand memorabile, percepita come preziosa e in grado di essere mantenuta. Una promessa di brand che nella realtà è strategia per affrontare le sfide generate dalla suddivisione delle funzioni tra prodotto, marketing, vendite, esperienza e fidelizzazione del cliente, risorse umane e gestione del talento, dimostrando come “la sfida che si pone è quella di coordinare un’esecuzione sempre più granularizzata tra molteplici punti di contatto e consumatori.”