Daniel Casarin

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Risiko! e Monopoly

Pochi giorni fa, ho avuto l'onore di essere un relatore al Product Management Day. L'obiettivo era ambizioso: offrire riflessioni penetranti e, spero, ispirare un dibattito sul futuro della formazione in un mondo sempre più iper-digitalizzato. Ma mentre scrutiamo l'orizzonte delle possibilità offerte dall'intelligenza artificiale (IA), è imperativo confrontare questa visione prometeica con una mentalità più conservatrice che, sorprendentemente, persiste in certi angoli dell'industria italiana.

È stato un recente summit dei giovani di Confindustria che ha rivelato una preoccupante miopia, con un focus su soluzioni a breve termine come la manodopera a basso costo, trascurando gli investimenti strategici a lungo termine in tecnologia e IA.

Competenze. Un baluardo contro ogni forma di neoluddismo

Nonostante alcune voci discordanti, è innegabile che l'IA sta trasformando il panorama lavorativo. In un mondo dove questa viene utilizzata dai governi per manipolare conversazioni e censurare contenuti online, è sorprendente che i corpi intermedi nostrani siano ancora indecisi o addirittura ignari dell'impatto rivoluzionario dell'IA.

Le competenze tecniche, pur essendo importanti, non devono eclissare le competenze sistemiche, che sono fondamentali. Una volta identificate queste competenze, il passo successivo è allineare la struttura organizzativa per massimizzare l'efficacia e la trasmissione della conoscenza, un processo che è intrinsecamente interpersonale e che non necessita di una riorganizzazione radicale nelle nostre PMI, ma di aggiustamenti mirati.  La chiarezza di visione e la prontezza all'azione non sono solo desiderabili, sono indispensabili.

Antifragilità come imperativo categorico

Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia è quasi data per scontata. Tuttavia, l'antifragilità emerge come la chiave per garantire un  successo duraturo delle nostre imprese. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo essere sia prudenti che avanguardisti, in altre parole, disciplinati. L'IA, esternalizzando funzioni cognitive come la memorizzazione e l'elaborazione delle informazioni, può limitare la nostra capacità di competenza strategica autentica.

Pertanto, suggerisco che per minimizzare gli effetti collaterali dell'IA e massimizzarne i benefici, dobbiamo ridurre la burocrazia e semplificare l'accesso a servizi e finanziamenti.

Alcune riflessioni

  • Quali sono le competenze che la tua organizzazione ritiene più urgenti da sviluppare nell'era dell'IA?

  • Quali sono le politiche interne che la tua azienda ha implementato o sta considerando per gestire e promuovere un uso consapevole dell'IA?

  • In che modo la tua organizzazione sta affrontando la sfida di allineare la struttura organizzativa e le competenze del team in un ambiente sempre più digitalizzato?