La priorità

Formazione

Vi siete mai chiesti perché molte delle nostre aziende italiane sembrano essere bloccate nel tempo?

E perché… non è forse vero che nelle moderne organizzazioni formazione e innovazione dovrebbero essere due elementi estremamente allineati? Nell’era dei cambiamenti incessanti, questi due concetti rappresentano realmente i due pilastri che guidano il successo delle maggiori organizzazioni di qualsiasi dimensione. Se vogliamo affrontare le sfide di oggi e prepararci per il futuro, dobbiamo abbracciare il potere della formazione continua e dell’innovazione senza limiti. 

Ma attenzione, c’è un presupposto cruciale che spesso viene trascurato: il livello di formazione di  imprenditori e manager.

Mentre il mondo intorno a noi si trasforma in un turbine di cambiamenti, spesso imprenditori e manager (non tutti fortunatamente) rimangono immobili, aggrappati alle vecchie strategie e mentalità obsolete o in molti casi si muovono troppo lentamente. Questo rifiuto del cambiamento non solo provoca stagnazione, ma anche un'opportunità perduta di creare un futuro migliore ed un’economia più sostenibile per la propria azienda, per il paese e per l'Europa.

Nella realtà è proprio questo profilo che dovrebbe essere protagonista del cambiamento, abbracciando nuove prospettive e metodologie attraverso un’arma segreta, la formazione, la quale permette di affinare le competenze e di adottare una mentalità agile, pronta a sfidare lo status quo. Pensate proprio al data governance che sta innescando importanti processi di cambiamento organizzativo.

Oltre al rapido avanzamento tecnologico che ci travolge, altre sfide emergono come forze potenti che plasmeranno il nostro futuro. Ad esempio pensate al crescente supporto psicologico che sta innescando rivoluzionari processi di cambiamento individuale.

Il punto centrale rimane sempre l’innovazione culturale

In questa intricata realtà, è cruciale che i dirigenti si aggiornino e riscoprano il “principio di realtà”: se il contesto cambia, anche noi dobbiamo cambiare per sopravvivere e per connetterci con noi stessi e con gli altri. Tuttavia, molti imprenditori, manager, direttori e figure di coaching manageriale rimangono imprigionati in una visione ristretta del ruolo e dell’azienda, inerti davanti ai mutamenti esterni. 

Afferrando solo ciò che è immediato, spesso sfuggono le opportunità che si possono cogliere a lungo termine. È il concetto di miopia infatti che appiattirà sempre più le aziende che non hanno un mindset così aperto.

È vero che la digitalizzazione richiede un impegno di tempo e risorse nel breve termine, poiché implica costi e l’apprendimento di nuove competenze. Allo stesso modo, però, la creazione di un ambiente collaborativo costringe ad una revisione delle relazioni e dell’organizzazione, creando inizialmente una certa confusione. 

Per affrontare con successo i nuovi paradigmi del digital mindset, è necessaria una visione senza preconcetti che limiti il suo sguardo al mero fatturato a breve termine e che adotti una mentalità aperta, pronta ad abbracciare i cambiamenti e a promuovere un contesto lavorativo che ponga le persone e il loro benessere al centro. Solo così potremo garantire un futuro solido per le nostre organizzazioni italiane. 

Prepariamoci a rompere le barriere dell’immobilismo, ad abbracciare una formazione continua, pianificata, strutturale e in grado di guardare costantemente alla trasformazione digitale o meglio aziendale.

Usciamo dal grande ospizio Italia.

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Inside the Competitor’s Mindset di John Horn