Fuori dalla caverna

Inutile sottolineare la debolezza della posizione europea. La percezione del cambiamento globale e del ricalibrarsi del paradigma tecnologico, con gli USA che delineano nuovi standard operativi, non sembra ancora chiara. 

E alla fine non c’è troppo da stupirsi se ancora si fatica a trovare un metodo corretto per usare strumenti e tecnologie, le quali consentono di accelerare la costruzione di informazioni e quindi aumentare l’estropia.

Facciamo un passo indietro. Nell’attuale predominio dell'economia, è fondamentale non trascurare altri elementi essenziali di potere a suo corollario, come il soft power applicato dall'innovazione tecnologica e dai suoi processi. È il potere fuggito dalla politica e concentrato prima nell’economia e poi nelle mani del tecnocapitale: uno dei tanti aspetti derivati dal concetto di "guerra sistemica" definita da Christian Harbulot.

Portando l’argomento nella pratica dello sviluppo aziendale di ogni giorno, per  la nostra struttura economica nazionale ed europea sembrerà a tanti strano ma quello che serve ha poco a che fare con la tecnologia o il digitale:

  • Formazione

  • Comunicazione

  • Analisi

Formazione

A partire quasi sempre dagli imprenditori e dai responsabili che non si in-formano e non si interessano, acquistano tecnologia e poi la applicano (da qualche parte) sperando che faccia il suo lavoro. Che sia un responsabile o chiunque altro, occorre una guida che conosca o quantomeno si formi completamente e criticamente sulle tecnologie che si vogliono portare in azienda.

Comunicazione

Interagire direttamente con i propri collaboratori interni per comprendere se queste soluzioni tecnologiche servono realmente e dove posizionarle per utilizzarle al meglio. Al massimo. In questa fase è strategica la condivisione dall’alto di obiettivi e di visione a lungo termine, trasmettendo anche a loro una logica/mentalità che sia propensa all’uso completo e totale di tali innovazioni.

Analisi

Che sia proprietario o di terze parti, è assolutamente necessario un sistema di analisi per monitorare ogni singolo processo aziendale, a partire dalla creazione di report e raccolta feedback da parte dei clienti, in modo tale che si possano cogliere lacune e possibili miglioramenti.

Pensare (strategicamente)

La realtà nei fatti è che in Europa nel campo tecnologico e imprenditoriale-manageriale siamo immersi in una “guerra d'informazione per contenuto”. Dove la sfida è quella della costruzione stessa della conoscenza. Il modo di produrre questa conoscenza porta l'altro (l'avversario) a dipendere da un sistema chiuso, senza lasciargli alcun margine cognitivo.

Una volta rinchiusi in una matrice cognitiva composta da griglie di lettura distorte, si tratta di saturare il target con informazioni che alimentano queste griglie. Tutto questo non nasce da un “attrito”, parafrasando Clausewitz, ma da un accerchiamento cognitivo dell'avversario: egli viene più soffocato che spintonato, privato poi di ogni intelligenza e analisi della situazione e quindi della capacità di azione. 

Concretamente la guerra dell'informazione attraverso i contenuti si ispira alla cultura di combattimento maoista di identificare e sfruttare le contraddizioni interne dell'avversario applicate a regola d’arte alla guerra economica ed ideologica in chiave antieuropea.

Il nuovo paradigma crea così il labirinto digitale dell’informazione che porta ad uno stato di confusione e soprattutto non comprensione delle dinamiche critiche anche per i migliori addetti ai lavori.

Questa lettura distorta porta ad un utilizzo non critico (per non dire corretto) di ogni tecnologia, a partire da quelle più strategiche in area vendite, le quali dovrebbero supportare sopra ogni cosa la crescita di ogni impresa.

La risposta è radicalmente politica. Con un atto pratico di presa di coscienza della situazione.

Comprendere la realtà del teatro delle operazioni in gioco oggi e l'equilibrio di potere al lavoro, al fine di intraprendere le manovre più efficaci possibili e passare all’applicazione dei 3 concetti sopra elencati porta ad uno dei primi vantaggi oggi possibili. Questi non saranno dati dalla (banale, normale e continua) avanzata tecnologica ma dalla predisposizione a conoscere e sperimentare il nuovo sotto una nuova luce più strategica che superficiale ed esclusivamente pratica, quasi mai completa.

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